Nell’ultimo articolo, abbiamo descritto come un atleta si alleni spesso fuori dalla sua zona di massima efficienza (chiamata zona di supercompensazione) per ottenere benefici maggiori in futuro. L’immagine di apertura illustra bene questo concetto, mostrando un esempio di come funziona questa tecnica.
Vediamo un atleta che inizia un allenamento intensivo a partire da un livello convensionale di 98. Nonostante siano passati 4 giorni, l’atleta non ha ancora recuperato completamente.
Tuttavia, quando il suo livello scende a 95 (prima di aver riguadagnato il suo livello iniziale), si allena nuovamente (indicato come punto 2). Si presume che la sessione di allenamento sia la stessa (come si deduce dal calo delle sue prestazioni). Come si può notare, l’atleta impiega più tempo per ritornare al livello di 95 rispetto alla prima volta. Nonostante ciò, l’atleta prosegue con il suo allenamento, ed al termine delle sue prestazioni diminuiscono fino a scendere al di sotto del 65. Inoltre, il periodo di recupero è maggiore, impiegando circa due giorni in più per raggiungere il 95.
A questo punto, invece di continuare con l’allenamento, l’atleta aspetta, permettendo così al suo corpo di entrare nella fase di supercompensazione (attorno al giorno 15).
Il vantaggio di questo approccio risiede in quello che succede dopo: il picco di supercompensazione (indicato come punto 3) è decisamente maggiore rispetto a quello che l’atleta avrebbe raggiunto allenandosi con un ciclo tradizionale di allenamento/riposo nel medesimo lasso di tempo.
In termini tecnici, poche attività fisiche richiedono periodi di recupero così prolungati; il bodybuilding è uno di questi. Il grafico si riferisce al recupero di un singolo gruppo muscolare; mentre un gruppo si riposa, l’atleta può allenare gli altri. Nel bodybuilding e in altri sport, in particolare per gli atleti di alto livello, il periodo di recupero è spesso misurato in ore.
Ovviamente, non tutti gli allenamenti sono uguali: una sessione di solo palleggi e schemi tattici è meno faticosa di una serie di ripetute lattacide con recupero incompleto.
Infine, a meno che non siate molto esperti, è consigliabile evitare di sovrapporre queste tecniche. Se vi allenate da soli, un buon consiglio potrebbe essere quello di sentirvi completamente riposato ogni lunedì; se non è così, potrebbe essere opportuno ridurre il carico di lavoro.
Ma esiste un modo per ottenere un livello di prestazione che dura più di qualche ora o giorno? Sicuramente lo esiste, e su questo ad esempio si basano il successo o il fallimento della preparazione atletica per i Mondiali di Calcio. Ne parleremo la prossima volta.