Scritto da Gianfranco Di Mare, un ingegnere di performance, il testo cerca di rispondere a un quesito cruciale: quanto allenarsi? Questo è un compito complicato, soprattutto per non tifosi che di solito si allenano solo quando hanno il tempo e l’energia, o seguono un corso programmato in una palestra dove il numero e la durata delle lezioni sono prestabiliti.
Tuttavia, gli atleti tendono ad allenarsi il più possibile, e poi decidono se continuare o no a competere, basandosi sulla loro capacità di gestire il carico di lavoro.
Ci si chiede sempre se ci si sta allenando abbastanza o troppo. Si tratta, chiaramente, di una questione soggettiva.
Alcune persone sono soddisfatte di fare un po’ di esercizio ogni tanto e non sentono il bisogno di fare di più. Questo è spesso il caso di coloro che partecipano a corsi o hanno un allenatore personale. Coloro che si allenano da soli possono avere dubbi su quanto e come allenarsi.
Tuttavia, bisogna considerare che non c’è una regola fissa perché, se per alcune attività come quelle aerobicamente intense (corsa, ciclismo, sci di fondo) fare più può essere benefico, per altre che richiedono un impegno anaerobico (sollevamento pesi, bodybuilding, sprint, salti), è spesso necessario riposare di più o variare l’allenamento.
Un altro fattore fondamentale è l’aspetto tecnico dell’allenamento. Ad esempio, correre solo per correre di più è diverso dal lavorare su una tecnica complessa che è cruciale per la pratica stessa (tutti i giochi da competizione, e poi discipline come ginnastica, salti, lanci nel atletica, specialità di tiro).
Comprendere quanto tempo dedicare a ciascuno di questi aspetti dell’allenamento può aiutare a perfezionare l’efficacia dell’allenamento e a fare progressi più rapidi. Si continuera’ a discutere questo argomento nel prossimo post e si sono chiedendo eventuali domande specifiche da affrontare.
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