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Oggi si gioca per conquistare la vittoria domani. Abbiamo una conversazione con Pierangelo Santelli, il presidente del CIP Lombardia, riguardo agli Special Olympics e alle Paralimpiadi

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Il team azzurro ha decollato questa mattina per partecipare ai Giochi Olimpici Speciali Invernali a Boise, Idaho, partendo dall’aeroporto di Milano ed effettuando uno scalo a Parigi, all’aeroporto Charles De Gaulle. Ci si chiede se questo potrebbe essere un’anteprima delle Paralimpiadi invernali di Vancouver del 2010.

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Nonostante l’impegno e la determinazione, lo spirito dei ragazzi che parteciperanno alle gare in Idaho sarà quello di giocare per divertimento, anche se un’eventuale vittoria sarebbe certamente ben accolta. È importante sottolineare che gli Special Olympics e lo Sport paralimpico non sono la stessa cosa.

Abbiamo chiesto chiarimenti a Pierangelo Santelli, presidente del CIP Lombardia, durante la conferenza stampa di presentazione del team Italia. Ha spiegato che la differenza tra Special Olympics e sport paralimpici non risiede tanto nel tipo di disabilità coinvolte (mentali e fisiche, rispettivamente), ma nelle finalità dell’attività fisica: per gli Special Olympics, l’attività fisica è principalmente ludica e sociale, anche durante eventi internazionali come i Winter Games dell’Idaho, mentre nello sport paralimpico ha una connotazione strettamente agonistica.

L’idea di Special Olympics è nata da Eunice Kennedy Shriver nel 1960, quando organizzò una giornata di sport dedicata esclusivamente ai bambini disabili. Scoprì che questi erano più abili fisicamente di quanto molti esperti ritenevano. In seguito, nel 1968 negli Stati Uniti, è nata ufficialmente Special Olympics International, durante i Primissimi Giochi Internazionali tenuti a Chicago, Illinois, grazie sempre a Eunice Kennedy Shriver.

Nel dicembre 1971, la Commissione Olimpica degli Stati Uniti ha dato il via libera all’uso del termine “Olympics” da parte di Special Olympics, rendendolo l’unica organizzazione autorizzata a usare questo nome. Nel 1988, la Commissione Olimpica Internazionale ha riconosciuto ufficialmente Special Olympics e accettato di collaborare come rappresentante degli interessi degli atleti con disabilità intellettiva.

Infine, Santelli ha chiarito che la collaborazione tra il Comitato Italiano Paralimpico e Special Olympics Italia può e deve essere potenziata, in quanto nulla impedisce a un atleta degli Special Olympics con particolari qualità atletiche di passare dal “gioco” alla competizione agonistica di una paralimpiade. Nel frattempo, aspettiamo di vedere se uno dei 29 atleti in volo verso gli Stati Uniti potrebbe iniziare a sognare di partecipare alle Paralimpiadi. Possiamo fare i nostri migliori auguri a tutti nel loro gruppo Facebook, “Be a Fan of Special Olympics Italia”.

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