“L’Europa è attanagliata da un’aggravante crisi economica, portando i governi a imporre misure straordinarie. Tuttavia, l’assenza di piani a lungo raggio potrebbe provocare danni incommensurabili. Le vittime includono i nostri preziosi parchi nazionali, i cui responsabili hanno espresso preoccupazione per il taglio previsto del 50% dei fondi destinati alle loro istituzioni dalla legge di stabilità, che ostacola di fatto qualsiasi operatività (Riferimento alla situazione finanziaria attuale dei parchi italiani riportata sul sito del WWF).
I parchi non rappresentano un semplice sfarzo. Sono una risorsa economica essenziale per l’Italia. Senza risorse naturali, l’Italia deve puntare maggiormente sul turismo, facendo leva sulla sua storia e cultura, ma anche sulla sua natura. Quest’ultima è, purtroppo, sempre più minacciata dalla cementificazione. In pochi anni, abbiamo perso un’area agricola equivalente all’intera Umbria. A lungo termine, ciò ci renderà sempre più dipendenti per quanto riguarda l’alimentazione. Inoltre, la cementificazione mina la bellezza del paesaggio. Anche i monumenti più ammirati perdono valore in un contesto degradato. In questo modo, l’Italia rischia di distruggere ciò che la rende unica.
Possiamo ammirare montagne meravigliose in tutto il mondo, ma le Dolomiti sono irripetibili perché le persone hanno vissuto per secoli alle loro pendici, sviluppando una cultura unica, legata alle coltivazioni possibili, ai prati per il fieno e ai boschi, curati con impegno e fatica per ricavarne il minimo indispensabile per la sopravvivenza. Questo stretto legame tra natura e cultura è il fascino unico delle Dolomiti. L’interazione tra natura e cultura è ciò che rende l’Italia impareggiabile.
Ma per quanto tempo ancora?”
Parola di Reinhold Messner, come riportato dalla Gazzetta dello Sport il 5 dicembre 2010.
Uno sguardo al Ministero dell’Ambiente potrebbe essere illuminante, ma secondo l’indagine WWF dettagliata nel dossier che vi consiglio di consultare, la fine dei nostri parchi potrebbe essere imminente.
