La rivoluzionaria mostra “Arte Genio e Follia”, curata da Vittorio Sgarbi e attualmente esposta nel Complesso S. Maria alla Scala a Siena, sta cogliendo i suoi primi risultati. Nonostante la mostra non sia ancora conclusa – si chiuderà infatti il 25 maggio – alcuni degli artisti esposti stanno già ricevendo un riconoscimento individuale.
Ad esempio, l’opera artistica di Ken Tielkemeier viene adesso oggetto di una esposizione personale intitolata “La folle genialità di Ken Tielkemeier” alla galleria FYR – Arte contemporanea di Firenze, la quale verrà inaugurata oggi alle 17.30 con il supporto del Comune di Firenze – Assessorato alla Cultura.
La galleria FYR ha già dedicato numerose mostre a questo straordinario artista in passato. Ora, però, intende portare alla luce parte del suo lavoro inedito, per dimostrare l’intensa connessione tra la sua creatività e il genio.
Tielkemeier, un pittore di spirito totalmente libero, ha spesso portato la sua arte ad un limite oltre il quale altri la vedono come una follia visionaria. I suoi oltre cinquant’anni di ininterrotta ricerca artistica, attualmente conservati quasi interamente dalla sua famiglia, testimoniano la grandezza del suo lavoro, che ha anticipato movimenti artistici come la neoavanguardia e il neo-espressionismo tedesco degli anni ’70.
Tielkemeier, nato a St. Louis, Missouri, nel 1929, è morto a Firenze nell’agosto 2007. Ha amato profondamente Firenze, dove ha trascorso gran parte della sua vita, frequentando gli ambienti artistici e letterari fiorentini dell’immediato dopoguerra. Ha avuto intense relazioni amichevoli con alcuni degli esponenti più notabili del panorama artistico-culturale fiorentino, tra cui Rosai, Luzi, Caponi, Bilenchi. Il termine “espressionismo magico” è stato coniato da Leonetto Leoni per descrivere la sua pittura.
La mostra “La folle genialità di Ken Tielkemeier” offre un’opportunità unica per apprezzare la genialità dell’artista e ritrovare i valori della vera arte, un patrimonio prezioso da proteggere.
La nuova mostra sarà presentata oggi da Umberto Putzu, critico d’arte e giornalista.
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