Sappiamo tutti che correre e pedalare su una bicicletta rappresentano due attività fisiche molto diverse. Nell’utilizzo della bicicletta, il movimento dei muscoli è circolare, costante, ritmico e uniforme; la trasformazione dell’energia biologica in energia meccanica risulta altamente efficiente. Quando si diminuisce la potenza dell’azione, diversamente dalla corsa, la bicicletta conserva la sua inerzia. Infatti, si può coprire una distanza maggiore o più velocemente con la stessa quantità di sforzo su una bicicletta rispetto alla corsa.
I migliori suggerimenti per una buona corsa
Ma come mai la corsa manca di quest’ efficienza nonostante si possa essere bravi corridori? Questo risiede nel fatto che la corsa, se osservata attentamente, è una serie di salti concomponenti sia verticali che orizzontali. A ogni passo, si salta e si atterra, perdendo energia e ripartendo da capo. L’energia prodotta dal movimento ascendente si disperde quasi interamente, poiché non contribuisce al progresso della corsa. Inoltre, l’atterraggio dopo ogni salto causa un arresto che spreca gran parte dell’energia accumulata durante la spinta precedente.
Devo confessare, rappresentare la corsa in questo modo è sicuramente molto demotivante. Ma considerare questi aspetti ci aiuta indubbiamente a riflettere. Grazie a questa analisi, infatti, riusciamo a identificare le due ragioni fondamentali dell’inefficienza meccanica che caratterizza la corsa: la componente verticale pronunciata e l’appoggio del piede che tende a interrompere l’inerzia del corridore.
Considerare questi fattori ci sarà molto utile per capire come possiamo migliorare il nostro stile di corsa. Manteniamoci pronti.