Abbiamo finalmente raggiunto la conclusione del nostro corso veloce di sopravvivenza sportiva, che è iniziato con una presentazione della questione e ha continuato a discutere i problemi incontrati dagli atleti, specialmente i giocatori di Roma e Inter che domani competono nell’ultima giornata del campionato.
Nei post precedenti abbiamo scoperto che praticare sport può e deve generare ansia, ma allora chi guarda? Durante le Olimpiadi Invernali precedenti, Giulietta Capacchione di Psicocafé ci ha spiegato che “i grandi eventi sportivi ci affascinano molto a causa dei neuroni specchio che ci permettono di interiorizzare le azioni degli altri e, nel caso dello sport, di ‘vivere’ l’esperienza atletica anche se siamo comodamente seduti in poltrona con un telecomando in una mano e una birra nell’altra.” Ma non è solo una questione fisica: “Sono le sensazioni, le emozioni, che emanano dai cambiamenti corporei che ogni sport suggerisce al nostro cervello” secondo Giulietta, citando la boxe come esempio.
E l’ansia?
I nostri neuroni specchio ci permettono di empatizzare con le sensazioni e le emozioni degli altri, di “sentire” il loro stato d’animo come se lo stessimo vivendo noi stessi, grazie al fatto che, a livello pre-motorio, stiamo in un certo senso agendo con e come l’atleta, a volte addirittura meglio. Quanti di voi hanno segnato il rigore di Materazzi? Scommetto che tutti gli interisti l’hanno fatto, mentre i loro avversari si saranno immedesimati nel portiere che ovviamente avrà parato, giusto?
Secondo l’Association for Applied Sport Psychology, guardare le Olimpiadi o un grande evento sportivo può essere un’opportunità importante per gli spettatori di imparare a gestire la loro ansia, utilizzando la capacità di riconoscere gli stati d’animo degli altri dalle loro azioni o comportamenti. In particolare, i più giovani possono iniziare a sviluppare una “mentalità vincente” imparando dai loro idoli. Ovviamente se a casa avete dei futuri atleti, sarebbe meglio accompagnarli in questa avventura, creando con loro un dialogo aperto e sincero. Ma sono certa che, se seguite le istruzioni successive per un uso intelligente degli eventi sportivi in TV, vi divertirete anche voi e potreste anche scoprirvi dei vincitori nella prossima partita tra amici.
Gli psicologi dell’AASP raccomandano quindi di prestare particolare attenzione a alcuni aspetti della gara e al comportamento degli atleti porgendosi alcune domande chiave: Riuscite a identificare tra gli atleti in gara qualcuno che sembra più nervoso degli altri? Che cosa vi fa pensare che siano nervosi? Cosa pensate che stiano pensando o provando? Credete che questi pensieri o emozioni possano essere d’aiuto per la gara? Vi siete mai sentiti nervosi prima di una gara o di un appuntamento importante? Cosa pensate che gli atleti facciano per superare questa tensione? E voi cosa fate per affrontarla? Pensate che imparare a controllare la vostra tensione e le altre emozioni negative possa essere di aiuto?
Come avrete potuto notare, queste sono semplici domande il cui unico scopo è quello di farvi concentrare sulle esperienze degli altri per riconoscerle in voi stessi e quindi agire di conseguenza sulla base anche dell’esperienza degli altri. Domande semplici, ma non banali. Applicando questo metodo sistematicamente quando guardate uno sport in TV, allenarete la vostra mente per vincere nello sport e nella vita.
Chiudo con un pensiero positivo: il fatto che quest’anno non ci sia stata la solita vittoria anticipata rende tutto molto più bello. Il vero amante dello sport dovrebbe ringraziare il cielo (e le squadre di calcio di serie A) per avergli regalato questo campionato pieno di emozioni. Gli unici che potrebbero avere qualcosa da obiettare su questa affermazione sono gli interisti, ma indubbiamente per loro una sessione non può essere sufficiente!
Siate coraggiosi! Qualunque cosa accada, dopodomani cominceremo tutti a pensare agli Europei e alle Olimpiadi. Altri momenti di grande tensione, altre opportunità per imparare a gestire l’ansia! Il nostro corso è quindi terminato, ma non la nostra piccola maratona pre-partita. Domani mattina presto, per alleggerire i nervi nelle ore più critiche dell’attesa, troverete un breve racconto sull’Inter tratto da un episodio accaduto ad Andrea Vitali, scrittore ma, almeno in questa occasione, soprattutto medico di base, e un post per riflettere sul significato più profondo del calcio. Tranquilli, non ci saranno sermoni o moralismi tipo “è solo un gioco”. Niente affatto! Vi spiegherò perché, al contrario, “è una questione di sopravvivenza”.
Nella foto, la famosa testata di Zidane a Materazzi durante l’ultimo mondiale di calcio, in questo caso il nervosismo era ovviamente evidente, ma come si sono svolti i fatti chi era più nervoso dei due?