Gianfranco Di Mare, un ingegnere delle performance, ha promesso in un post precedente di discutere di ciò che lui ha chiamato “incollamenti alimentari”. Questo fenomeno è una causa comune di rallentamenti digestivi e di alterazioni nel processo di selezione, assimilazione e scarto dei nutrienti, noti come dismetabolismi.
Gli incollamenti alimentari sono solitamente causati dalla combinazione di cibi grassi e collosi con cibi a pH basso, essenzialmente cibi acidi. Di Mare sottolinea che cibi acidi non sono necessariamente cibi andati a male o inaciditi.
Un pH basso può essere una caratteristica naturale di un alimento che è sano e ben conservato, come i pomodori, gli agrumi, i kiwi, le melanzane e lo zucchero. Ciò che è veramente importante per noi è come il cibo interagisce con il nostro corpo, non il pH dell’alimento misurato in laboratorio.
Per quanto riguarda gli alimenti collosi, Di Mare indica principalmente il latte e i suoi derivati, la panna acida, gli alcolici, alcune creme industriali e alcuni dessert industriali. Quando un alimento colloso si combina con un alimento a basso pH, tende a formare una sostanza densa e colloide che ha difficoltà ad essere assorbita dai villi intestinali. Di conseguenza, si dispone sulla parete intestinale come una sorta di “stucco alimentare”. Questo meccanismo altera la flora batterica e tende a ostruire fisicamente i villi, compromettendo la capacità di selezionare i nutrienti da eliminare o assorbire.
Di Mare suggerisce di ridurre la frequenza di assunzione di formaggi, in particolare quelli industriali, e di latte e suoi derivati in combinazione con sostanze acide. Per gli amanti del formaggio, propone di concedersi una volta alla settimana un “grand plateau” di formaggi di alta qualità da consumare in una cena con verdure e senza alcolici o altri acidi.