L’Ingegnere di prestazioni, Gianfranco Di Mare, discute della questione dei pettorali, spesso sottovalutata nelle palestre, in particolare quando si ottengono risultati scarsi nonostante gli sforzi.
Questo articolo si concentra sull’aspetto centrale del grande pettorale, che permette ai nostri bracci di battere le mani tra loro stando in piedi, con le braccia estese e parallele al terreno. Le fibre di questa parte del muscolo si dispiegano a mo’ di ventaglio, consentendo al braccio di eseguire vari movimenti a seconda della posizione iniziale.
Executing il grande pettorale durante l’esercizio del ‘corsa piena’ richiede un particolare approccio. Nella ginnastica con pesi, i movimenti sono efficaci quando si esercita resistenza contro una forza antagonistica. In termini di traiettoria e tensione costante, uno degli esercizi più completi è l’uso del pec-deck. Ma, occhio! Questo tipo di esercizio non va mai fatto a freddo.
Durante l’esercizio delle croci su panca, quando le braccia sono estese in alto, il pettorale non risente di un grande sforzo. Tuttavia, se si ha un’adeguata flessibilità articolare (bodybuilder e non solo, attenzione allo stretching!), l’apertura delle braccia oltre la norma permette di lavorare il pettorale in punti difficilmente raggiungibili con la panca.
D’altra parte, le distensioni su panca, essenziali per chi pratica seriamente l’allenamento con i pesi, consentono di mantenere il muscolo in tensione continua. Questo non può essere ottenuto utilizzando i manubri. La larghezza della presa sul bilanciere influenza l’area del pettorale che si lavora: più larga è la presa, più si lavorerà il pettorale esterno, più stretta è la presa, più ci si concentrerà sul pettorale interno. Una tattica può essere quella di spingere le mani l’una verso l’altra durante l’intero movimento.
L’uso dei cavi consente di massimizzare lo sforzo in punti specifici della traiettoria e talvolta consente di raggiungere angoli estremi rispetto al pec-deck. I principianti dovrebbero cercare di imparare a eseguire correttamente gli esercizi e cambiarli ogni 6-8 settimane, concentrandosi inizialmente sugli esercizi multiarticolari. Infine, l’importanza dello stretching non può essere sottovalutata per mantenere una buona elasticità muscolare e articolare.