L’esistenza (o meno) di una distinzione di genere nella slealtà
C’è un’ombra che incombe sulla stragrande maggioranza delle coppie ed è l’infedeltà. Realtà, sospetto o paura, il rischio di infedeltà riguarda quasi tutte le relazioni, ma generalmente gli uomini sono direttamente presi di mira come principali professionisti. Ci chiediamo se sia vero che gli uomini sono più infedeli delle donne o se in questo campo esista l’uguaglianza.
Infedeli senza distinzione di genere
È un mito. Osiamo dire forte e chiaro che questa presunzione che gli uomini siano più infedeli delle donne è un mito, una leggenda metropolitana come tante altre che circolano intorno alle relazioni sentimentali. L’infedeltà non è un tratto tipicamente maschile, non esiste un gene che predisponga gli uomini a tradire.
Ma come tutti i miti, l’infedeltà maschile ha il suo substrato di realtà. Gli uomini non sono più infedeli delle donne, è che sono meno discreti ed è per questo che si possono contare più infedeltà maschili che femminili. E poiché ciò che non viene raccontato non è mai accaduto, sulla questione dell’infedeltà le donne si lavano le mani come fanciulle caste.
Per essere infedeli, il genere non influenza tanto quanto la professione, per esempio. Il concetto di coppia come luogo che ti imprigiona e ti priva della libertà determina anche l’atteggiamento nei confronti dell’infedeltà. Ma l’infedeltà è soprattutto una questione di fortuna, di trovarsi nel momento sbagliato, nel posto sbagliato e con la persona sbagliata.
La verità è che l’infedeltà è quasi inevitabile sia da parte degli uomini che delle donne. Ci sono sempre più teorie che supportano l’impossibilità della monogamia, un modello sentimentale che sembra andare contro la biologia, la fisica, la chimica e persino la metafisica. Da qui la proposta di altri modelli d’amore come il poliamore, a cui aderiscono sia uomini che donne.
