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Comprendere le arti marziali: Parte Terza

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Autore: Gianfranco Di Mare

Ingegnere delle prestazioni

Come ogni disciplina, esistono innumerevoli modi per insegnare arti marziali. Tuttavia, un cattivo metodo di insegnamento o un approccio non adatto all’individuo potrebbe non apportare i benefici desiderati o potrebbe addirittura risultare dannoso.

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Quando parliamo di un tipo specifico di disciplina, è importante considerare il suo livello più elevato, sia a livello didattico che tecnico.

Facciamo alcune osservazioni sulle discipline di cui abbiamo discusso nei post precedenti.

Per comprendere meglio, dobbiamo suddividere le discipline in due categorie principali: discipline cinesi e discipline giapponesi; e poi tra discipline più tradizionali e discipline più orientate alla ginnastica.

Innanzitutto, esistono due importanti filosofie di pensiero: i giapponesi e i cinesi hanno approcci diversi verso la pratica e l’istruzione, e questi si manifestano nelle loro rispettive discipline anche se l’istruttore è europeo. In Giappone, viene enfatizzato un movimento e una proporzione perfetti, con l’allievo che deve adattarsi per raggiungere entrambi. Al contrario, l’insegnante cinese prende in considerazione l’individualità dell’allievo, invitandolo a personalizzare i movimenti in modo da adattarli alla propria conformazione fisica e alle proprie inclinazioni.

L’approccio all’insegnamento differe anche: il metodo giapponese è più autoritario, a volte agressivo e militarista, mentre quello cinese è più palese, tranquillo e basato sul far apprendere all’allievo tramite l’imitazione ed errori. Di solito non si parla molto.

Stilisticamente, esistono molte differenze tra il karate tradizionale e il gong fu. Il primo ha movimenti più decisi e chiari e privilegia l’attacco, mentre il secondo mette l’accento sulla difesa, l’elusione, la pazienza e l’inganno. Oggi, il karate è spesso visto come un’attività più “dura”.

Complessivamente, il karate insegna meno mosse e tecniche rispetto al gong fu, alcuni stili di gong fu possono avere oltre 600 calci diversi. Esistono molteplici stili di karate e gong fu, ma il gong fu presenta più diversità tra i suoi stili, che variano da molto rigidi a molto morbidi.

Nel corso degli anni, il karate si è semplificato fino a diventare una disciplina centrale nei tornei – un semplice entra-e-colpisci, con punti assegnati al termine di ogni tecnica, simile al taeqwondo olimpico.

Il judo, da parte sua, è una disciplina che conserva le tecniche base del jujutsu, ed è attualmente la disciplina orientale più orientata alla ginnastica, con kata e riti praticamente spariti a favore della lotta corpo a corpo e dell’allenamento fisico. È essenzialmente una sorta di “lotta libera” orientale e la sua lunga storia olimpica ha contribuito a rendere questa disciplina più rigida.

Alla luce di quanto sopra, nel prossimo post, esploreremo come approcciarsi alle arti marziali se si desidera praticarle.

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