Scritto da Gianfranco Di Mare
Un Ingengnere di Performance
Facciamo riferimento alla nostra discussione precedente.
Avete mai chiesto perché i tricipiti non sono sollecitati durante l’effettuazione di un curl con i manubri o bilanciere, anche se si estende l’avambraccio?
Ciò accade perché affinché un muscolo sia coinvolto in un movimento, esso deve superare una resistenza.
Prendiamo questa analogia (che potrebbe apparire estrema, ma è chiara a sufficienza): cosa accadrebbe se il tendine del tricipite fosse tagliato mentre effettuiamo un curl? Assolutamente niente! Come nel caso di un pozzo con un secchio, il tendine del bicipite (per semplificare) continua a sollevare l’avambraccio quando il peso si alza e a frenare la sua discesa quando il peso scende. Il tendine del tricipite nel contesto del pozzo sarebbe simile a un secondo cavo che, fissato alla base del secchio, tira verso il basso.
E’ facile comprendere che la forza esercitata da questo secondo cavo sul secchio non ha alcuna correlazione con il fatto che il cavo principale tiri su o lasci scendere il secchio più o meno velocemente.
Ma alcuni lettori più astuti potrebbero chiedere – Il tricipite… il cavo di sotto… non riesce a fare nulla?
Domanda intrigante… la discuteremo nel prossimo post! Nel frattempo, se siete interessati ad approfondire la questione sui muscoli agonisti e antagonisti, vi invito a dare uno sguardo a questo post ed ai precedenti.
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