Siamo qui! L’anno passato, il Festival della canzone italiana sembrava destinato a chiudere i battenti, in affanno e ridotto in fin di vita dopo cinque giorni di disastrose performance televisive. Eppure ecco che arriva il 59° Festival di Sanremo e ci ritroviamo di nuovo nel bel mezzo di canzoni, pettegolezzi, scandali, polemiche, novità, nuovi talenti e ritorni del passato.
Questa sembra essere una settimana molto impegnativa per gli artisti in competizione, il team di produzione, i giornalisti che dovranno raccontare tutto ciò che avviene dentro e fuori dal Teatro Ariston, i critici, noi spettatori e gli abitanti di Sanremo che, se non posseggono almeno un negozio, in questi giorni vivranno praticamente sotto assedio.
Per questo motivo, anche se spero di no, è possibile che nelle prossime settimane la salute di qualcuno cominci a vacillare. Pertanto, riapro ufficialmente la Clinica Sanremo che l’anno passato si trovò davvero molto impegnata, dovendo affrontare crisi nervose, minacce di suicidio, perdita di voce, emorragie e persone in fin di vita da salvare.
Negli ultimi giorni, infatti, sono già state richieste cure mediche. Prendiamo, per esempio, la controversia sulla canzone di Povia, ma i medici saggi si sono astenuti dal fare dichiarazioni riguardo l'”opportunità di guarire dall’omosessualità”, essendo risaputo che non si può guarire da ciò che non è una malattia.
Eppure il testo di Povia ha già causato una vittima celebre: non lui stesso, che ha già dichiarato di non curarsi delle proteste gay annunciate contro di lui, ma il povero Luca Laurenti, che ha dovuto chiedere pubblicamente che la gente smettesse di chiedergli “se è lui il Luca della canzone”.
Ecco, se c’è una cosa che può realmente danneggiare Sanremo è la mancanza di creatività! Quando non avremo più artisti capaci di stimolare le nostre emozioni, allora potremo dire che non ha più senso continuare.
Paolo Bonolis, durante la conferenza stampa di ieri, ha parlato di “eccellenza in tutti i settori” come scelta per fare uno spettacolo degno della sua tradizione.
Anche Bonolis però afferma di non essere “il medico del Festival” e di non avere “poteri curativi”. “Credo che questa manifestazione abbia in sé gli anticorpi per riprendersi” – ha detto infatti il presentatore, rispondendo a chi lo indica come il conduttore capace di risuscitare il festival che nelle ultime edizioni non ha brillato – “diciamo che noi speriamo di riuscire a metterli in evidenza”.
Per capire se ci sarà un 60° Festival della canzone italiana dovremo attendere una settimana. Forse! Nel frattempo godiamoci le canzoni, l’eccellenza e gli slanci creativi, se ci saranno e come primo consiglio medico suggerisco a tutti quelli presenti a Sanremo di fare scorta di Noterelle per evitare l’epidemia di problemi vocali dell’anno passato.
Buon Festival a tutti!