Anche Coca-Cola è caduta nella trappola della pubblicità ingannevole

Non sembra essere una delle numerose pillole magiche che vediamo nei messaggi pubblicitari. Una di queste sostanze inutili o addirittura pericolose vendute come un rimedio miracoloso per risolvere una variante di problemi.

Non è che la CocaCola abbia cercato di promuovere la sua famosa bevanda come una cura per qualcosa, ma per le autorità australiane negare che può essere dannosa quando è scientificamente provato, equivale comunque a un inganno.

In una recente campagna pubblicitaria trasmessa nel continente, CocaCola ha etichettato come ‘miti’ le accuse mosse al suo prodotto di causare un aumento di peso nei bambini o avere effetti corrosivi sullo smalto dei denti.

Poiché questi effetti sono stati provati da molteplici studi scientifici, l’Australian Competition and Consumer Commission, un’entità statale di difesa dei consumatori, ha ordinato all’azienda produttrice di interrompere la campagna in questione e pubblicare annunci che correggevano i messaggi considerati ingannevoli.,”L’unico messaggio che deve arrivare chiaramente al pubblico è che la CocaCola è una bevanda calorica nella versione non light e se consumata nel contesto di una dieta non equilibrata fa ingrassare. Inoltre, essendo acida indipendentemente dalla versione, può avere – sempre se consumata in quantità eccessiva – effetti negativi sullo smalto dei denti”.

L’altalenante rapporto tra le aziende alimentari e la salute pubblica ritorna quindi ad essere di nuovo sotto i riflettori grazie a questa misura per pubblicità ingannevole presa contro la CocaCola e riportata in un editoriale della rivista scientifica Lancet.

“Se l’industria alimentare vuole mantenere la fiducia dei consumatori”, scrivono gli autori, “deve avere più rispetto per i suoi clienti, quelli che ne permettono l’esistenza. Un rispetto che si deve tradurre in azioni a favore della salute dei consumatori e non deve essere eroso da strategie di marketing ingannevoli, con l’utilizzo di testimonial di celebrità ben remunerate. Se, al contrario, l’industria alimentare continuerà a seguire la stessa linea di condotta attuale, seguirà le orme dell’industria del tabacco nell’opinione pubblica”.

Peccato perché CocaCola afferma di seguire una precisa linea di marketing responsabile.

Per quanto riguarda in particolare il rischio di causare sovrappeso ai consumatori, CocaCola è stata una delle prime aziende del settore delle bevande in Italia a inserire volontariamente sulle etichette le GDA (Guideline Daily Amounts, Quantità Giornaliere Indicative), ovvero le informazioni nutrizionali che consentono al consumatore di conoscere il valore nutritivo di una bevanda in un determinato giorno.

Il problema è che queste indicazioni, ora obbligatorie per tutti i prodotti alimentari, raramente vengono lette e comunque poche persone sono in grado di capirle.

L’importanza della pubblicità diventa quindi cruciale per evitare di confondere ulteriormente il consumatore. Tuttavia, questa volta, CocaCola ha commesso un piccolo errore di valutazione su cosa è ingannevole e cosa non lo è.

Fonte: “Myths and morality at CocaCola“. The Lancet 2009; 373:1224.

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