Dopo aver letto l’articolo di Valerio Vecchiarelli su Il Corriere della Sera, mi sono chiesta se fosse un incredibile scherzo o forse un pesce d’aprile ritardato. Era davvero così incredibile: “Fitness: sei minuti dell’equivalente a sei ore di allenamento intenso. Il nuovo regime: sforzi energetici per periodi brevi”.
Il mio interesse è stato svegliato e ho continuato la lettura.
L’articolo citava una ricerca condotta dal direttore del Dipartimento di Cinetica della McMaster University dell’Ontario in Canada, Martin Gibala.
Questa ricerca ha promesso un metodo audace di allenamento fitness. Secondo l’articolo del New York Times, Gibala ha ripetuto un esperimento analizzato da uno studio giapponese condotto su dei topi qualche anno fa.
In questo esperimento, un gruppo di topi è stato lasciato nuotare liberamente per sei ore, mentre altri erano stati sottoposti a sollecitazioni esterne e fatti nuotare freneticamente per 20 secondi, seguiti da 10 secondi di riposo. Questo ciclo durava per un totale di 4 minuti. Alla fine dell’esperimento, sia i topi da maratona sia quelli sottoposti a cicli intesi di nuoto avevano visto modifiche molecolari che indicavano un incremento della resistenza.
Applicando lo stesso concetto agli esseri umani, Gibala ha sottoposto i suoi studenti a un simile allenamento differenziale. Un gruppo ha pedalato tre volte a settimana due ore per volta, mentre gli altri hanno dato tutto per 6 serie da 20-30 secondi, intervallate da 4 minuti di recupero. Due settimane dopo, tutti gli studenti avevano migliorato la loro forma fisica, indipendentemente dal fatto che avessero pedalato per 6 ore o faticato intensamente per 6 minuti.
Tuttavia, l’idea di ottenere un corpo ben definito con soli 6 minuti di allenamento intenso, nonostante sia accattivante, mi mette a disagio. Sì, l’attività fisica serve a tonificare il corpo, ma aiuta anche a eliminare lo stress accumulato nel corso della giornata e a liberare la mente dai pensieri negativi. Questo, in sei minuti, sembra improbabile e potrebbe anche provocare infortuni muscolari o articolari.
Pertanto, temo di dover dissentire dal signor Martin Gibala: non la ritengo una valida proposta di allenamento.
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